> 2.1 > 2.2 > 2.2.1 > 2.2.2 > 2.3 > 2.3.1 > 2.3.1.1 > 2.3.1.2 > 2.3.1.3 > 2.3.2 > 2.3.3 > 2.3.4 > 2.3.4.1 > 2.3.4.2 > 2.3.4.3 > 2.3.4.4 > 2.3.4.5 > 2.3.4.6 > 2.3.4.7 > 2.3.4.8 > 2.3.4.9 > 2.3.4.10 > 2.3.4.11 > 2.3.4.12 > 2.3.5 > 2.3.6 > 2.3.7 > 2.3.8 > 2.3.9 > 2.3.10 > 2.3.11
> 3.1 > 3.2 > 3.2.1 > 3.2.2 > 3.3 > 3.3.1 > 3.3.1.1 > 3.3.1.2 > 3.3.1.3 > 3.3.1.5 > 3.3.1.6 > 3.3.1.7 > 3.3.1.8 > 3.3.1.9 > 3.3.1.10 > 3.3.2 > 3.3.2.1 > 3.3.2.2 > 3.3.2.3 > 3.3.2.4 > 3.3.2.5 > 3.3.2.6 > 3.3.2.7 > 3.3.3 > 3.3.4
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3 STRATEGIA DI INTERVENTO 3.1 VALUTAZIONE EX ANTE La
configurazione urbana del Mezzogiorno è connotata da un discreto
numero di città metropolitane a cui si contrappongono le aree interne
caratterizzate dall’assenza di gravitazione attorno a bacini
metropolitani e dalla scarsa propensione a forme di sviluppo endogeno
e reticolare. A tutto ciò si accompagnano situazioni di arretratezza
economica e la difficoltà di connessioni strategiche con i grandi
assi di comunicazione. Nella
classificazione del Ministero del Tesoro delle città del Mezzogiorno,
Benevento si colloca nel terzo gruppo definito delle città medio -
piccole. Tali città sono caratterizzate da carenze infrastrutturali,
da un reddito pro - capite medio - basso e da una propensione al
risparmio contenuta. In particolare per Benevento si rileva un
discreto livello della qualità della vita, un discreto livello di
servizi alle persone e di sicurezza alla città, ma per maggiori
dettagli si fa diretto rinvio all’analisi economico-sociale già
effettuate. Ora,
partendo dal contesto di riferimento (inteso come ambito economico
–territoriale e come struttura urbanistica), si propone un’analisi
SWOT condotta su alcuni temi portanti considerati fondamentali per lo
sviluppo sostenibile, che sono individuati: nell’ambiente (in
particolare territorio e rifiuti), nei beni culturali e nello sviluppo
locale (in particolare infrastrutture, attività produttive, turismo). Tale analisi viene completata da una disamina degli effetti sperati (indicati come effetti attesi di risultato e di impatto), che è auspicabile che si generino intervenendo sugli elementi di rottura individuati dalla SWOT analysis . Sulla definizione di tali effetti si basa l’individuazione degli obiettivi, passando per una trasposizione territoriale delle direttrici di intervento del P.O.R. e del CdiP, e quindi l’impostazione della strategia di intervento sulla città di Benevento.
3.2 LA TERRITORIALIZZAZIONE DELLE DIRETTRICI DI INTERVENTO DEL P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 E DEL COMPLEMENTO DI PROGRAMMAZIONE
3.2.1
Il Progetto Integrato e la Città di Benevento Il
patrimonio di cultura, di sapere organizzato, di memoria e di valori
comunitari, propri delle città, costituisce rilevante fattore
endogeno nel sistema di risorse. Già
altri documenti come lo “Schema di Sviluppo dello Spazio
Comunitario” (SDEC) considerano la città come fuoco di sviluppo su
cui innervare il territorio circostante. Oggi, il P.O.R. é volto a
promuovere l'organizzazione in sistema di questo potenziale endogeno,
riconoscendo nelle città e nelle comunità che in esse si
identificano di conseguenza gli agenti portatori di domanda
qualificata di sviluppo, su cui fondare le azioni di concentrazione di
risorse ed interventi. Lo
strumento che dovrà consentire di tradurre nella prassi le scelte
strategiche si é individuato nel "Progetto integrato",
definito come "complesso di
azioni intersettoriali, strettamente coerenti e collegate tra loro,
che convergono verso un comune obiettivo di sviluppo del territorio e
giustificano un approccio attuativo unitario"; si tratta di
conseguenza di una modalità operativa attraverso la quale azioni
differenziate, riconducibili ad assi e misure diverse, sono
indirizzate a perseguire un comune obiettivo all’interno del
medesimo ambito territoriale, oppure volto allo sviluppo di filiere di
attività su base pluriterritoriale. In
particolare, gli obiettivi specifici dell’Asse 5 si realizzano quasi
esclusivamente attraverso PI, e nel Comune di Benevento si riscontrano
tutte le condizioni positive per contribuire all’attiva definizione
di quanto previsto nel Complemento di Programmazione. Il
capoluogo della Provincia, infatti, presenta stratificazione di valori
culturali di eccezionale rilevanza nazionale ed europea. L'archeologia
della civiltà sannitica e romana trova nelle vestigia del patrimonio
fondamentali elementi della propria identità. La civiltà longobarda,
che ha unificato l'Europa medioevale, trova in Benevento, capitale del
ducato esteso dallo Jonio all'Adriatico ed al Tirreno, fondamentali
riscontri di interesse socio politico e storico architettonico. La
civiltà moderna si manifesta attraverso l'insieme degli elementi del
patrimonio culturale della città del papato. Grandi
progettisti hanno plasmato il volto della città contemporanea, da
Luigi Piccinato con il P.R.G. del 1936, a Bruno Zevi, con il P.R.G.
del 1986. Grandi maestri dell'arte figurativa contemporanea ne hanno
esaltato l'identità della stratificazione, come si evince
nell'"Hortus Conclusus", di Mimmo Paladino, nel cuore della
città murata. Il
comune é sede di tutti i segmenti di attività connessi alla gestione
delle funzioni amministrative di ruolo territoriale e locale di
servizio al cittadino. L'Università
del Sannio, di recente costituzione, si apre all'innovazione nella
formazione e nella ricerca. La
società civile organizzata promuove fermenti intellettuali e
culturali di rilievo nazionale. I
comportamenti dell'insieme delle istituzioni consentono di evidenziare
condizioni elevate di vivibilità, come dimostra la condizione di
sicurezza che si riscontra. Queste
positive qualità della vita urbana si correlano altresì alle
aspettative di sviluppo . Le istituzioni del governo locale hanno
posto quale finalità del proprio sviluppo il rafforzamento delle
condizioni della sostenibilità, civile, insediativa, ambientale,
istituzionale, necessario fondamento per la crescita della
competitività e dell'agibilità economica, in un quadro di
cooperazione e partenariato, volto a esaltare i valori comunitari
propri alla identità locale. Questi
valori hanno trovato testimonianza nei documenti di programmazione
predisposti, ampiamente riportati nei precedenti paragrafi, e nel
successo che si riscontra nelle azioni attuative dagli stessi
conseguenti. Si
può quindi perseguire positiva correlazione tra le opportunità che
il P.O.R. Campania promuove, e le finalità dello sviluppo locale, con
le strumentazioni che le connotano. Il
piano urbanistico generale comunale, come definito nella legislazione
nazionale e regionale, promuove una intelligenza volta al futuro
necessariamente integrata. La riflessione progettuale svolta nella
configurazione del progetto preliminare di variante al P.R.G. 1986
risulta di attualità specificamente nella prospettiva della
definizione del complemento di programmazione del P.O.R.. Lo
strumento del PI, calato nella realtà della città di Benevento,
oltre a rappresentare un efficace strumento di spesa dei fondi
strutturali, poiché sottende un processo di massimizzazione
dell’impatto degli interventi sul tessuto cittadino, partendo da
un’idea guida unitaria, condivisa dal partenariato istituzionale e
sociale, e connotato da elementi come l’integrazione, la
concentrazione (funzionale e territoriale) e l’unitarietà di
gestione a fronte della complessità degli intereventi capaci di
ingenerare un processo di sviluppo cumulativo, rappresenta anche
un’importante opportunità operativa poiché raccorda in una
coordinata prospettiva esecutiva le differenti modalità di uso - intervento
- attuazione, individuate nella disciplina urbanistica comunale,
offrendo positive prospettive di risoluzione di quelle contraddizioni
che si sono registrate nell'esperienza italiana di realizzazione delle
scelte urbanistiche.
3.2.2
Definizione degli obiettivi di sviluppo della Città di
Benevento Dunque,
prima di giungere alla strategia specifica di intervento occorre
un’ulteriore territorializzazione delle direttrici del P.O.R. nella
realtà beneventana. Infatti
la definizione dell’obiettivo generale e degli obiettivi specifici,
scaturisce dalla griglia di effetti auspicabili determinati in seguito
all’analisi SWOT e compatibilmente con quanto indicato
specificatamente nel P.O.R. e nel Complemento di Programmazione. Tale
raffronto non trova incongruenze anzi si può riscontrare una identità
di intenti, che sono sintetizzabili nelle seguenti definizioni. L’obiettivo
generale dell’intervento nel capoluogo della provincia sannita si
sostanzia in:
In
quest’ottica l’approccio alla progettazione non può che essere di
carattere integrato, e per la città di Benevento, la realizzazione
del programma-progetto, nella sua trasposizione rispetto al P.O.R.,
deve interrelare negli obiettivi e nelle misure, e nelle linee di
intervento necessariamente l’Asse I, l’Asse II, l’Asse III,
l’Asse IV e l’Asse V, partendo dalla misura 5.1. La
territorializzazione degli obiettivi specifici, dovrà essere
effettuata in modo puntuale in fase di progettazione rispetto alle
misure coinvolte per il raggiungimento dei quattro impatti. Questo
documento, per quanto riguarda gli obiettivi specifici, definisce solo
l’applicazione della misura 5.1, nel modo seguente:
Rispetto
alla misura le linee di intervento sono individuate in:
Una
schematizzazione della misura 5.1 applicata alla città di Benevento
viene riportata nella Figura
4
, quindi la puntualizzazione urbana delle aree eleggibili di
intervento viene riportata nella cartografia allegata; ma, come già
detto, per generare gli impatti portanti dell’intervento occorrerà
integrare la misura 5.1 con altre misure, provvedendo, in fase di
progettazione, anche ad una loro gerarchizzazione nelle priorità. Partendo
da queste linee direttrici si può scendere nella struttura
urbanistica, focalizzando sulle sue componenti e sull’attuale
disciplina, per determinare la griglia di riferimento per la
progettazione integrata.
3.3 LA STRUTTURA URBANISTICA DI RIFERIMENTO PER LA FORMAZIONE DEL PROGRAMMA DI RECUPERO E DI SVILUPPO URBANO Dopo
aver determinato gli impatti portanti e dopo aver verificato la
congruenza con il P.O.R. e il suo complemento si può passare alla
considerazione della struttura urbanistica di riferimento per la
formazione del Progetto Integrato individuando in modo puntuale gli
ambiti di intervento eleggibili, utilizzando alcune fondamentali
indicazioni del progetto preliminare di variante al P.R.G. 1986. Tale
progetto fa proprie le scelte di intervento che hanno caratterizzato
il Programma di Recupero Urbano del Rione Libertà (intervento fondato
su logiche di sistema); fa proprie altresì i molteplici interventi
puntuali diffusi previsti attraverso il P.R.U.S.S.T.; promuove il
recupero diffuso del tessuto stratificato della città murata e della
città storica (da perseguire attraverso interventi pubblici già
deliberati, interventi privati ad attuazione diretta, ed interventi
misti in distretti perimetrati di recupero oggetto di programma
integrato - legge 179/92); promuove limitati interventi di
consolidamento urbanistico, nelle località Santa Colomba, Avellola,
Libertà; propone altresì un sostanziale intervento di
riqualificazione urbanistica coinvolgente i settori nord, nord est, e
nord ovest della struttura urbanistica. Dunque
le scelte di intervento sono congruenti con i caratteri del progetto
integrato, ma la destinazione urbanistica di uso del suolo in tali
settori urbani é plurivalente; i caratteri degli interventi sono di
conseguenza ampiamente differenziati, coinvolgendo la formazione dei
parchi urbani, archeologico - naturalistico e delle energie
alternative; la formazione di nuove componenti di tessuto insediativo
ad uso di attività terziarie, residenziali e di servizio alla
popolazione ed alle imprese; la ristrutturazione urbanistica di
tessuti insediativi e di aree ad uso ferroviario; la ristrutturazione
edilizia di impianti produttivi, quali il tabacchificio; la
ristrutturazione edilizia di attrezzature sanitarie, quali l'ospedale
Fatebenefratelli; la riqualificazione del sistema di spazi pubblici
del rione Ferrovia, costituiti sia da segmenti di viabilità esistente
da riconfigurare nei modi di uso, che di spazi pubblici per attività
ed attrezzature, coinvolgenti aree da acquisire e da allestire. Tre
delle potenziali stazioni della metropolitana leggera ricadono nel
settori suddetti, con conseguenti interventi, mirati a consolidare
siti di centralità urbana. La
complessità degli interventi ha suggerito di evidenziare l'opportunità
di promuovere l'attivazione di procedure specifiche, con eventuale
ricorso alla "società mista di trasformazione urbanistica". I
suddetti caratteri, correlati agli elementi del progetto integrato ed
alle procedure per la sua formazione, conducono a suggerire che sui
suddetti settori si concentri la riflessione volta a definire la
struttura oggetto delle azioni integrate in sistema costituenti il
progetto integrato che il comune di Benevento propone alla Regione
Campania. Pertanto,
si vanno ad individuare le aree di intervento eleggibili per la
formazione del “Programma di
Recupero e di Sviluppo Urbano – Città di Benevento” relativi
all’attuazione della misura 5.1, rinviando la perimetrazione
puntuale dei suoli e la risoluzione dei problemi ad essa correlata
alla fase di progettazione esecutiva (si veda la Tavola n. 2),
dopodiché , per un processo induttivo di costruzione della strategia
di intervento, si vanno a territorializzare le misure minime da
integrare per la costruzione del Progetto Integrato. Per queste
rimanenti misure, data la struttura urbanistica, le sue
caratteristiche socio-economiche e le sue limitate dimensione è
eleggibile l’intero territorio urbano della Città di Benevento,
riconoscendo ad alcune componenti un ruolo nevralgico per innescare
relazioni integrate per sostenere il sistema che dovrà scaturire. 3.3.1 Le aree di intervento eleggibili
per l’attuazione della misura 5.1
All’interno
di questo ambito si individuano le seguenti aree (si veda la Tavola n.
2).
3.3.1.1
Area A) - Parchi urbani: il parco delle energie alternative
Il
parco delle energie alternative mira all’interazione tra condizioni
di naturalità e simbolismo proprio alle tecnologie energetiche
alternative. La localizzazione di detta attrezzatura é stata prevista
in area F2 dell’attuale P.R.G., posizionata a nord est del rione
Ponticelli, ed a valle del nucleo insediativo di Capodimonte. La sua
estensione complessiva é pari a mq. 546.248. Estese porzioni di suolo
sono oggetto di vincoli idrogeologico.
3.3.1.2
Area B) - Parchi urbani: il parco delle acque
I
due parchi si integrano con la riorganizzazione della naturalità
nelle tratte urbane degli alvei dei fiumi, il Calore ed il Sabato. A
questa riorganizzazione é volto il “parco delle acque” dei fiumi
Calore e Sabato. Elemento comune dell’ambito territoriale
interessato dal parco fluviale é l’acqua che diventa il tema di un
intervento organico. Sull’esempio dell’IBA Emsher Park in Renania
Westfalia, si intravedono molteplici linee di intervento, articolate
per sistemi, aventi ad oggetto per il sistema ambientale la
depurazione delle acque; la protezione delle sponde; la
riqualificazione delle aree immediatamente contigue; per il sistema
della mobilità il miglioramento dell’accessibilità; per il sistema
insediativo l’avvio di nuove attività economiche; per il sistema
dei beni culturali la riappropriazione di una identità culturale
attraverso la valorizzazione di qualità paesaggistiche.
3.3.1.3
Area C) - La modificazione edilizia da promuovere attraverso
ristrutturazione edilizia di impianti produttivi, con specifico
riferimento al tabacchificio
La
rilevanza che nel passato ha assunto la coltura del tabacco nel
territorio sannitico ha condotto alla costituzione di specifica unità
edilizia, adibita alla lavorazione e stivaggio del tabacco. Il
sostanziale ridimensionamento di detta produzione nei recenti anni ha
portato all’abbandono di detta unità. Al sottoutilizzo si correla
la innovativa posizione relazionale che verrà ad acquisire l’unità
edilizia in conseguenza delle scelte urbanistiche prospettate nel
progetto preliminare. Il sito infatti si colloca tra il viale Principe
di Napoli, l’ospedale Fatebenefratelli, le aree ferroviarie di cui
si propone il riuso, il nuovo asse viario specializzato di
penetrazione alla città storica in via di ultimazione; i siti
coinvolti nella proposta di configurazione del parco delle energie
alternative. 3.3.1.4
Area D) - La modificazione edilizia da promuovere attraverso
ristrutturazione edilizia, con specifico riferimento al consorzio
agrario
L’area, attualmente in corso di liquidazione, si colloca tra il tabacchificio e le aree ferroviarie di cui si propone il riuso. Rientra nelle zone con innovativa posizione relazionale, cerniera tra l’ingresso alla città storica, la zona produttiva e di servizio e si correla direttamente al parco delle energie alternative.
3.3.1.5
Area E) - La modificazione edilizia delle attrezzature
sanitarie, con specifico riferimento all’ ospedale Fatebenefratelli
Servito
dal viale Principe di Napoli per le opportunità di accesso,
l’ospedale costituisce polo delle attività di prevenzione ed
assistenza sanitaria svolte dall’ASL di Benevento. Localizzato nel
contesto del Rione Ferrovia, soffre dei processi di saturazione degli
usi urbani del suolo, con carenze nel sistema dei parcheggi e degli
spazi verdi, vulnerabilità ambientale conseguente a inquinamento
atmosferico e da rumore, obsolescenza di componenti edilizie e
funzionali. Il nuovo asse viario a traffico specializzato di
penetrazione alla città storica dal settore nord attenuerà il
traffico che si riscontra nel viale Principe di Napoli, con positive
implicazioni nella vulnerabilità ambientale. Il potenziamento degli
spazi pubblici destinati a verde ed a parcheggio perseguito attraverso
la riqualificazione delle adiacenti aree urbane contribuirà ad
innalzare la sostenibilità territoriale. 3.3.1.6
Area F) - La riqualificazione del sistema di spazi pubblici del
Rione Ferrovia.
Gli
interventi già in corso sulla rete viabilistica urbana, attraverso le
due tratte tangenti al rione estese sul fronte nord, e lungo la tratta
urbana dell’alveo del fiume Calore, consentono di promuove la
riclassificazione delle componenti viarie interne al Rione Ferrovia.
Potrà quindi perseguirsi una più marcata finalizzazione degli invasi
stradali, mirata a perseguire integrazione tra le funzioni commerciali
e terziarie localizzate nella spina centrale del tessuto insediativo
caratterizzata dal viale Principe di Napoli; e lo spazio pubblico
stradale, con riconversione di componenti volta a qualificare la
pedonalità e l’allestimento arborato. Gran
parte dei suoli urbani frontistanti l’alveo del fiume Calore sono da
tempo a destinazione pubblica, per attività ed attrezzature di
servizio al quartiere ed alla città. Una limitata componente delle
vaste previsioni é stata realizzata. Va quindi riformulato il
programma ed il progetto di uso dei suoli, con attenzione riposta
altresì alle modalità di attuazione, che possono coinvolgere
promotori privati, laddove si promuovano attività ad uso condizionato
da tariffe. 3.3.1.7 Area G) - Aree di centralità urbana da promuovere nelle aree
adiacenti alle stazioni della metropolitana leggera.
Le
fermate della metropolitana leggera, promuovendo intermodalità nel
sistema di trasporto, generano attrazione localizzativa sulle attività
urbane. Questa condizione potenziale consente di valorizzarne le
implicazioni, agendo sulla destinazione d’uso dei suoli adiacenti,
promuovendosi nodi di centralità innovativa. Adeguatamente definiti
in sede preventiva, i nodi contribuiscono ad immettere “complessità
urbana” nei tessuti insediativi di recente formazione, consentendo
l’avvio di nuove modalità di relazione nei rapporti centro -
periferia. 3.3.1.8 Area H) - La metropolitana leggera
L’infrastruttura
assume ruolo significativo nel raccordare i diversi nuclei insediativi
della città. Ciò infatti consentirà di attenuare la domanda di
accesso alla città storica con veicolo privato e di correlare al
centro i nuovi insediamenti universitari localizzati in siti di nuova
urbanizzazione, ad est ed ovest della città storica. 3.3.1.9 Area I) - Trasformazione urbanistica volta alla configurazione
di nuove componenti di tessuto insediativo ad uso di attività
terziarie, residenziali e di servizio alla popolazione ed alle imprese
Le
aree di trasformazione urbanistica site nel settore nord contemplate
nel progetto preliminare sono:
Totale
settore Nord: mq. 183.606, ha.
18,36 3.3.1.10
Area L) - La modificazione dei caratteri di uso di tessuti
insediativi e di aree ad uso ferroviario, da promuovere attraverso la
ristrutturazione urbanistica
Le
aree di modificazione urbanistica site nel settore nord contemplate
nel progetto preliminare sono:
3.3.2
Le aree di intervento eleggibili per le ulteriori misure da
integrare Dunque
il cuore dell’intervento è individuato nel Rione Ferrovia, ma come
già detto la struttura urbanistica e il tessuto socio economico di
Benevento rende eleggibile l’intera città, insieme al territorio
contiguo di diretta gravitazione, ad ambito di intervento per la
costruzione del Progetto Integrato - Programma
di Recupero e di Sviluppo Urbano, questo anche se si considerano
le modalità di costruzione del programma che prevede la necessaria
integrazione della misura 5.1 del P.O.R. con le altre misure. Per
Benevento l’integrazione minima (ampliabile in fase di redazione di
Progetto Integrato), conformemente a quanto stabilito dal C di P, avverrà
sulle seguenti misure, distinguendo quelle con un incidenza
territoriale individuabile da quelle connotate da un incidenza diffusa
sul territorio. Ad
incidenza territoriale individuabile: -
1.8
- programmi di risanamento delle aree contaminate; -
2.1
- promozione e valorizzazione integrata del sistema dei beni
culturali; -
4.1
- funzionalizzazione, qualificazione e potenziamento della dotazione
infrastrutturale dei sistemi locali di sviluppo; -
4.6
- infrastrutture e strutture complementari allo sviluppo dei sistemi
turistici locali e degli itinerari turistici; -
5.2
- sostegno alla riqualificazione del tessuto imprenditoriale
nell’ambito di programmi di recupero e sviluppo urbano; Ad
incidenza territoriale diffusa: -
1.1
- sistema regionale di monitoraggio ambientale; -
1.5
- miglioramento delle caratteristiche di stabilità e di sicurezza del
territorio; -
1.7
- sistema regionale di gestione e smaltimento dei rifiuti; -
1.6
- centro di documentazione controllo e monitoraggio per la conoscenza,
la prevenzione e la gestione del rischio idrogeologico; -
2.2
- sostegno allo sviluppo di imprese della filiera dei beni culturali; -
3.4
- inserimento lavorativo e reinserimento di gruppi svantaggiati; -
3.11
- sviluppo e consolidamento della imprenditorialità con priorità ai
nuovi bacini di impiego; -
4.2
- sostegno allo sviluppo produttivo del tessuto imprenditoriale
regionale; -
4.7-
promozione e marketing turistico; -
4.11
- servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale. -
5.3
- sostegno allo sviluppo di programmi integrati di cooperazione tra
enti locali territoriali per la prevenzione dell’esclusione sociale
ed il miglioramento della qualità della vita attraverso la promozione
e la riqualificazione di servizi sociali, di servizi di cura alla
persona, di servizi di assistenza e la crescita dell’imprenditoria
sociale per la promozione dello sviluppo locale. Partendo,
da queste misure si passa, ora, ad un’individuazione nella struttura
urbanistica delle aree eleggibili di intervento in modo prioritario
(limitatamente alle ulteriori misure da integrare definite ad
incidenza territoriale individuabile), poiché sono quelle aree da
considerare dal punto di vista della strategia come fuochi dello
sviluppo e del recupero urbano da interrelare per la
funzionalizzazione della città in sistema. Nella seguente elencazione delle aree si individuano inoltre gli strumenti di pianificazione su di esse incidenti e le opere di maggior rilievo (si veda la Tavola n. 3). 3.3.2.1
Area A) – Centro Storico
In
tale area si concentrano azioni di fondamentale importanza per la
funzionalizzazione in sistema della città di Benevento, soprattutto
per quanto riguarda i beni culturali, i sistemi e gli itinerari
turistici e la rivitalizzazione del tessuto imprenditoriale. Già
in questa fase è possibile individuare alcune progettazioni da
inserire nel Programma di Recupero e di Sviluppo Urbano:
Sull’area
incide il P.R.U.S.S.T. .
3.3.2.2
Area B) – Cellarulo
Il
parco della memoria e della storia assume quale traguardo la
valorizzazione delle risorse archeologiche, inserite nel contesto
ambientale e naturalistico del museo all’aria aperta. L’area
interessata é a nord ovest della città. Alcune esplorazioni della
Soprintendenza Archeologica hanno individuato i siti di due approdi
fluviali, l’uno sul Calore, l’altro sul Sabato, con testimonianze
della civiltà sannitica. In
tale area, sito della Benevento pre-classica, si prevede la
realizzazione di un parco archeologico. Tale sito è da interrelare
con gli itinerari turistici del sistema locale. Sull’area
incide il P.R.U.S.S.T. . 3.3.2.3
Area C) – Rione Libertà
Tale
area è stata oggetto di un P.R.U., che prevede interventi pubblici e
privati. Gli
interventi pubblici sono costituiti da: 1)
recupero edilizio, lettere b), c), d), art.31 della legge
457/78; 2)
demolizione e ricostruzione dell'ERP nel rispetto delle
volumetrie esistenti; 3)
realizzazione di alloggi parcheggi; 4)
manutenzione, ammodernamento, sostituzione delle opere di
urbanizzazione primaria; 5)
demolizione o recupero delle opere di urbanizzazione
secondaria.
Gli
interventi privati, al fine di favorire il conseguimento degli
obiettivi generali sono: 1)
aumento delle superfici e dei volumi o modifica delle
destinazioni d'uso dei fabbricati pubblici; 2)
completamento dell'ERP nei limiti dei P.di Z. vigenti e non
ancora ultimati; 3)
ristrutturazione urbanistica degli insediamenti dell'ERP nei
P.di Z. o di altri Piani di Attuazione. In questo caso il soggetto
attuatore realizza nuovi fabbricati residenziali o non residenziali
all'interno dei Piani stessi; 4)
realizzazione di attrezzature e servizi di interesse pubblico o
alloggi parcheggio in aree contigue o prossime alle aree di ERP, anche
in variante urbanistica ma con esclusione delle aree agricole e di
quelle destinate al verde pubblico. 3.3.2.4
Area D) – Rione Ferrovia
L’area
rappresenta il cuore dell’intervento del Programma
di sviluppo e recupero urbano che va correlata con altre
progettazioni: riqualificazione del quartiere di ERP e completamento
assi viari primari. 3.3.2.5
Area E) – Rioni Capodimonte Ponticelli e contrada Pacevecchia
L’area
sarà oggetto di potenziamento degli standards urbanistici e di
riqualificazione del quartiere ERP. 3.3.2.6
Area F) – Ponte Valentino
L’area
prevede un importante intervento puntuale consistente nel risanamento
della discarica con la seguente riqualificazione dell’area. Le
principali progettazioni che incidono sull’area sono: -
potenziamento sevizi alle imprese; -
nuovo asse di collegamento ASI Ponte Valentino / ASI
S.Bartolomeo in Galdo. Sull’area
incide il P.R.U.S.S.T. . 3.3.2.7
Area G) – P.I.P. Olivola - Roseto
L’area
sarà oggetto della funzionalizzazione, qualificazione e potenziamento
della dotazione infrastrutturale del P.I.P. , che sarà strutturato
come area ecologicamente attrezzata. E’ da rilevare la presenza
dell’aviosuperficie e di assi viari di collegamento anche con
Pietrelcina, che devono necessariamente essere oggetto di
potenziamento e completamento per generare opportuni effetti di
sistema. Sull’area
incide il P.R.U.S.S.T. ed il Patto Territoriale. Su
tale area potranno, dunque, trovare applicazione: -
aviosuperficie; -
viabilità di collegamento; -
SS. Fortorina/Caianello – Telese – Benevento; -
Servizi ricettivi.
3.3.3
L'attuale disciplina urbanistica delle componenti suddette
La
disciplina di tutela ed uso del suolo é dettata dal vigente Piano
Regolatore Generale, approvato nel 1986. Il P.R.G. ha destinato a
spazi pubblici molteplici aree, classificate come segue: -
F1T : aree per attrezzature e servizi pubblici di interesse
territoriale. -
F1Z : aree per attrezzature e servizi pubblici di interesse
locale. -
F2 : aree per parchi e giardini pubblici. -
F3 : Aree per parcheggi pubblici. L'estensione
delle suddette aree risultava conforme agli obblighi sanciti con il
D.M. 2 Aprile 1968, come riformulati nella L.R. 20 Marzo 1982, n. 14,
con standard ad abitante nelle zone residenziali posto pari a mq.
22.00. Come
noto i vincoli a contenuto espropriativo imposti attraverso piani
regolatori su aree private decadono qualora entro cinque anni
dall'approvazione del P.R.G. non sia stata intrapresa la procedura
espropriativa, con formazione di piano particolareggiato. Per le unità
di suolo non oggetto di piano particolareggiato, si é quindi dovuto
prendere atto di detta decadenza, e nel 1996, in applicazione della
legge n. 10/1977, art. 4, comma 8, e della L.R. 20 Marzo 1982, n. 17,
per iniziativa dell'amministrazione commissariale si é perimetrato il
centro abitato. Le aree già perimetrate come spazi pubblici sono
pertanto oggetto delle disposizioni di cui alla disciplina di uso ed
intervento sancita nella citata legge regionale. Il
comune per consistenti parti della città ha proceduto alla formazione
dei piani particolareggiati, di validità decennale. Varati tra il
1986 ed il 1989, le disposizioni dei suddetti piani sono decadute. Si
riscontra pertanto diffusa inagibilità amministrativa nella gestione
del vigente P.R.G.. Il Programma di Recupero Urbano, attraverso la
variante automatica conseguente a specifico "accordo di
programma" sottoscritto con la Regione Campania, ha consentito
nell'ambito del perimetro contemplato, concernente in massima parte il
Rione Libertà, di sovvenire alla decadenza dei vincoli. L'istituto
dell'accordo é stato formalizzato altresì per gli usi universitari
del suolo. Nei
settori urbani in oggetto, sono destinate a zona F2 le aree di parco,
tutte a vincolo decaduto. A zona F1T sono destinate vaste superfici
site nel quadrante nord, intercluse tra le attrezzature ferroviarie e
le tratte della viabilità primaria a traffico specializzato
configurante anulare esterna al tessuto insediativo. Sono destinate a
Zona F1Z talune unità di suolo frontistanti il lungo fiume. Il
regime giuridico di tutte le suddette aree volte a configurare spazi
pubblici va pertanto riformulato. Il progetto definitivo che conseguirà
all'avvenuto studio del progetto preliminare di variante al P.R.G.
1986 si propone tale esito, che può altresì perseguirsi avvalendosi
della strumentazione prevista nel P.O.R., fondata su accordo di
programma. Sono
altresì contemplate nel vigente P.R.G. zone del tipo F4, classificate
come “aree di attrezzature direzionali e sociali di interesse
collettivo ( pubbliche e private)”. Non configurando spazi pubblici,
la disciplina urbanistica sancita attraverso il P.R.G. 1986 continua
per tali zone ad essere efficace. Una specifica area con detta
destinazione raccorda l'area ad uso ferroviario, e l'area ad uso del
tabacchificio. Il
P.R.G. 1986 contempla altresì la zona D1, inglobante “aree per
attrezzature produttive artigianali ed industriali ed i relativi
servizi”. Nel settore urbano oggetto di attenzione sono localizzate
vaste aree, conformi a tale destinazione. Rientrano infatti nella
classe di destinazione le aree limitrofe al confine est del parco
delle energie alternative; l'area ad uso del Tabacchificio; nonché le
aree del quadrante nord interposte tra l'anello infrastrutturale
viario a traffico specializzato, e le attrezzature ferroviarie. Per
il centro storico si prevede la redazione del piano, nell’ambito
della redazione del piano generale, prevedendo una normativa quasi
esclusivamente per intervento diretto, nell’ottica, più volte
ribadita, del superamento del piano esecutivo per i vari ambiti
territoriali. Lo studio comparato di documenti storici e il puntuale
esame dei rilievi consentiranno di operare una classificazione per
tipologie dei fabbricati e degli spazi liberi - le unità di spazio
– e di associare a ognuna di esse un articolo della normativa che
stabilisce gli interventi edilizi e le utilizzazioni consentite per
quella tipologia. L’obiettivo
del Piano é di restaurare gli immobili, adeguandoli agli standard di
vita moderni senza comprometterne però - con opere sbagliate o con un
uso improprio - le caratteristiche distintive, gli elementi tipologici
strutturali. La conoscenza dettagliata e approfondita di queste
caratteristiche, su cui sarà basata la normativa, consentiranno di
superare le definizioni inevitabilmente rigide, perché
generalizzanti, che tutti i cittadini conoscono: manutenzione
ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo,
eccetera. Fanno
eccezione all’intervento diretto gli interventi nelle aree che il
Piano individua come aree nodali, o di centralità, dove si procederà
all'elaborazione di piani o schede/progetto, anche attraverso le
procedure dei concorsi di idee e di progettazione; Ai
bordi del centro storico, l’inserimento di piccoli interventi di
edilizia residenziale pubblica, come quelli già previsti da Comune
nell’ambito della proposta progettuale dei “Contratti di
Quartiere” può portare una maggiore ricchezza sociale, indurre
nuovi bisogni, creare l’esigenza di servizi specifici e favorire
l’insediamento di attività commerciali all’interno del centro
storico stesso. Per
quanto riguarda gli aspetti più propriamente urbanistici e normativi
il suo obiettivo è quello di definire criteri e norme di salvaguardia
e di intervento riferiti in primo luogo al contenuto e all'epoca degli
edifici storici ed in secondo luogo alle modalità di intervento sui
prospetti esterni (piano dei materiali, piano del colore ecc). Sarà
infine necessario attivare ogni iniziativa finalizzata a: ·
sollecitare e agevolare la concreta attuazione degli interventi
riguardanti gli edifici privati (in particolare quelli a destinazione
residenziale -abitativa) coinvolgendo enti che abbiano come oggetto
della loro attività il reperimento di alloggi (I.A.C.P, interventi
comunali per l'edilizia, ecc); ·
privilegiare interventi pubblici finalizzati al riuso dei
grandi "contenitori" di interesse storico architettonico
(pubblici e privati), completamento del loro recupero e destinazione a
funzioni di interesse generale (ad es. Museo della città, Sale
Convegni, piccoli musei settoriali, università, ma anche centri di
aggregazione per i giovani ed i cittadini in genere) che costituiscano
altrettanti punti di attrazione e di richiamo. Particolare
impegno dovrà altresì essere rivolto: ·
alla eventuale creazione di un laboratorio tecnico-scientifico
per il Centro storico, in collegamento con le categorie interessate
(ordini professionali, organizzazioni imprenditoriali e dei
lavoratori, scuole professionali e corsi di formazione) per lo studio
e l'applicazione di tecnologie tradizionali e la sperimentazione di
nuove tecnologie compatibili; ·
alla creazione di un apposito ufficio comunale per il Centro
Storico, di indirizzo per le attività dei privati; ·
agli interventi di riqualificazione delle infrastrutture
primarie (rete idrica, fognaria, di illuminazione etc.) e al
ripristino delle pavimentazioni stradali; ·
all'elaborazione di piani o schede/progetto per le aree nodali,
anche attraverso le procedure dei concorsi di idee e di progettazione; ·
alla progressiva interdizione del Centro Storico al traffico
veicolare, consentendo l'accesso ai soli residenti e agli operatori; ·
alla realizzazione di un servizio pubblico agevolato
all'interno del Centro storico, con terminali in corrispondenza dei
principali punti di smistamento; ·
allo studio di forme di rilancio delle attività culturali, ove
necessario attrezzando allo scopo (con coperture amovibili, tendoni
ecc.) i principali spiazzi per realizzare piccoli musei, mostre,
sfilate, mercatini, manifestazioni periodiche ecc. e attraverso
l'individuazione di spazi da autogestione.
3.3.4
Concertazione Dunque,
le presenti “Linee Strategiche
di Sviluppo Urbano”, così come concepite, vengono portate,
prima della loro presentazione alla Regione Campania, alla
condivisione concertata. La
dimensione degli interventi trascende le disponibilità finanziarie
del P.O.R. quindi bisognerà fare uno ricorso integrato ad altre fonti
di finanziamento. Per
rendere più agevole le scelte strategiche operate si riportano in
allegato opportune rappresentazioni grafiche: nella Tavola n. 1 si
evidenzia la destinazione urbanistica dei suoli come definita nel
vigente P.R.G., mentre nella Tavola n. 2 si individua l’ambito di
intervento come insieme delle aree eleggibili limitatamente
all’implementazione della misura 5.1 del POR, infine nella Tavola n.
3 si individuano le aree eleggibili di intervento per l’attuazione
delle misure, ad incidenza territoriale individuabile, da integrare
alla 5.1.
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