> 2.1 > 2.2 > 2.2.1 > 2.2.2 > 2.3 > 2.3.1 > 2.3.1.1 > 2.3.1.2 > 2.3.1.3 > 2.3.2 > 2.3.3 > 2.3.4 > 2.3.4.1 > 2.3.4.2 > 2.3.4.3 > 2.3.4.4 > 2.3.4.5 > 2.3.4.6 > 2.3.4.7 > 2.3.4.8 > 2.3.4.9 > 2.3.4.10 > 2.3.4.11 > 2.3.4.12 > 2.3.5 > 2.3.6 > 2.3.7 > 2.3.8 > 2.3.9 > 2.3.10 > 2.3.11
> 3.1 > 3.2 > 3.2.1 > 3.2.2 > 3.3 > 3.3.1 > 3.3.1.1 > 3.3.1.2 > 3.3.1.3 > 3.3.1.5 > 3.3.1.6 > 3.3.1.7 > 3.3.1.8 > 3.3.1.9 > 3.3.1.10 > 3.3.2 > 3.3.2.1 > 3.3.2.2 > 3.3.2.3 > 3.3.2.4 > 3.3.2.5 > 3.3.2.6 > 3.3.2.7 > 3.3.3 > 3.3.4
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L’individuazione delle Linee Strategiche per lo Sviluppo Urbano non può prescindere dal considerare il quadro di riferimento procedurale nell’ambito del quale impostare la programmazione. Il presente documento, infatti, è parte integrante del processo di programmazione dei fondi strutturali destinati alle Città Capoluogo, così come indicato nel Programma Operativo Regionale della Campania 2000 – 2006 (d’ora in avanti chiamato P.O.R.). Rappresenta un primo necessario passo verso la formazione del “Programma di recupero e di sviluppo urbano” così come definito, nelle linee generali al punto 1.G, e negli aspetti particolari alle misure 5.1, 5.2 e 5.3 del Complemento di Programmazione (d’ora in avanti chiamato CdiP). Il diagramma di flusso indicato in Figura 1 descrive gli steps da rispettare per la costruzione del programma, così come modificati dal documento “Istituzione del Tavolo di Concertazione per il Progetto Integrato Città Capoluogo”, che, rispetto a quanto affermato nel CdiP, ha introdotto delle novità e fatte delle necessarie puntualizzazioni. In particolare si sono ridefiniti i tempi della programmazione, si è posticipata la data di trasmissione del documento “Linee Strategiche di Sviluppo Urbano”, da parte delle città capoluogo alla Regione Campania dal 31/01/2001 al 28/02/2001 e, contemporaneamente, si è anticipata la trasmissione del documento “Strategia regionale di articolazione ed organizzazione delle funzioni urbane e metropolitane” da parte della Regione Campania al Comitato di Sorveglianza del Q.C.S. dal 30/06/2001 al 30/04/2001, anticipando, di fatto, la conclusione del processo di programmazione di 2 mesi; pertanto, a partire da quest’ultima data si potrà avviare la fase esecutiva della programmazione che vedrà le città capoluogo impegnate nella redazione del progetto esecutivo del “Programma di recupero e di sviluppo urbano”. Nell’ambito di questa schematica griglia procedurale due ulteriori aspetti devono essere presi in considerazione per una corretta definizione dei contenuti del documento “Linee Strategiche di Sviluppo Urbano”, e cioè: la coerenza interna rispetto agli strumenti di utilizzo del suolo urbano, e la coerenza esterna rispetto ai documenti di pianificazione e programmazione economica sovraordinati. Questi aspetti di fondamentale importanza, se non tenuti in debito conto, possono innescare processi di rallentamento se non addirittura di stallo del programma, infatti, aldilà delle interessanti e spesso illuminanti sperimentazioni che lo Stato e gli Enti locali stanno conducendo (P.R.U., P.R.U.S.S.T. etc.), l’utilizzo del suolo è ancora governato da strumenti conseguenti la Legge urbanistica del 1942, quindi dal Piano Regolatore Generale (d’ora in avanti P.R.G.) quale strumento di carattere generale e dagli innumerevoli strumenti attuativi. Con riferimento al primo aspetto bisogna evidenziare che ancora oggi la città, per pianificare il proprio futuro, ha bisogno di ridisegnare il proprio P.R.G. e restano aperte, dunque, tutte le problematiche relative allo scollamento tra i tempi occorrenti per la sua formulazione e i tempi di mutamento delle variabili della città oggetto di pianificazione, inoltre si registra una forbice deleteria tra i tempi di attuazione del Piano regolatore e l’efficacia dei vincoli sovraordinati agli espropri, che a 5 anni dall’approvazione dello strumento di pianificazione perdono di efficacia. In riferimento al secondo aspetto il P.R.G. e i piani particolareggiati sono completamenti avulsi da documenti programmatici di spesa, con le conseguenti problematiche di realizzazione. Dunque l’individuazione delle linee strategiche di sviluppo urbano è impostata in modo funzionale alla realizzazione di un Progetto Integrato che s'inneschi su una pianificazione urbanistica e porti a realizzazione quegli interventi che, enucleati dalla pianificazione complessiva, siano correlati tra loro in sistema e siano compatibili e coerenti con quanto stabilito nel P.O.R. e nel CdiP, in una logica di costruzione volta a recuperare lo scollamento tra vari strumenti assicurando la massima coesione-coerenza (si veda la Figura 2) Pertanto, la determinazione della strategia di intervento non può che scaturire da un’analisi del contesto di riferimento, che considera l’ambito economico territoriale e la struttura urbanistica, e dalla costruzione di una griglia di riferimento rappresentata dal sistema degli strumenti di pianificazione territoriale e programmazione economica attivi sul territorio. Quindi, una volta stigmatizzato il contesto di riferimento e condotto una valutazione ex ante, che permetta di gerarchizzare gli interventi secondo gli effetti attesi, si passa alla territorializzazione delle direttrici di intervento del P.O.R. e del CdiP al fine di definire la strategia di intervento specifica, con il riconoscimento delle aree eleggibili per l’intervento per l’implementazione di un sistema urbano e peri-urbano.
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